mercoledì, marzo 01, 2006


VISITOR Q
Di Miike Takashi - Giappone 2001

Sei episodi affidati ad altrettanti registi da una emittente televisiva e come tema la famiglia giapponese. Niente di meglio per Miike Takashi, a lui affidato il sesto episodio, per scatenare tutte le sue ossessioni. Con un budget ridottissimo e qualche telecamera digitale, Miike prende a piene mani quel Teorema di pasoliniana memoria e lo adatta alle sue fantasie. Una famiglia sgangherata ( la madre picchiata dal figlio a sua volta picchiato dai compagni, un padre cameraman fallito e una figlia scappata di casa che si prostituisce ) si vede arrivare in casa Q, uomo solitario con il vizio di colpire la gente in testa con una pietra. Con il suo silenzio e la sua complicità, la famiglia riuscirà ad abbattere i suoi problemi e a raggiungere la serenità.
Film atipico e affascinante, Visitor Q costringe lo spettatore ad assistere a scene allucinanti, tanto grottesche quanto intrise di violenza repressa, e a riflettere sul senso della famiglia ( allo sfascio ) e i suoi limiti. Con una tecnica innovativa ( le riprese sono alternate a scatti fotografici e molto spesso le inquadrature sono decise dagli stessi attori che maneggiano la videocamera ) il film scorre verso un baratro di violenze quasi insopportabile, se non fosse per una resa grottesca ( che non giustifica le azioni dei protagonisti ) a stemperare. Buona la prova degli attori, molto spesso sottoposti a durissime sequenze ( il sesso con il cadavere, il latte che esce dal seno della madre, la violenza subita con il microfono ) ma affrontate con spirito. Un film disincantato e crudele creato dalla mente di uno dei registi più innovativi degli ultimi tempi.