martedì, dicembre 05, 2006


VIVE L' AMOUR
Di Tsai Ming - liang - Taiwan 1994

Hsiao - Kang, dopo Rebels of the Neon God, lavora in un negozio di urne cinerarie; May, ragazza sola, vende appartamenti e conosce Ah - jung, venditore ambulante di vestiti. I destini di tutti e tre si incontrano quando May porta Ah - jung nello stesso appartamento occupato abusivamente da Kang, il quale cercava un posto ove potersi suicidare...
Tsai Ming - liang, al suo secondo lavoro, sa benissimo come raccontare una storia di solitudini e disperazione, e mette volentieri da parte la tecnica registica per lasciare che siano gli stessi attori a raccontare questo inno all' amore perduto. La telecamera è quasi sempre fissa, implacabile, non tiene conto dei tempi cinematografici sostituendoli con quelli reali, dove il pianto di una donna non viene glissato, ma sbattuto in faccia allo spettatore per tutta la sua durata ( nella oramai famosissima scena finale, fischiata dal pubblico a Venezia ). Una storia di corpi soli, immersi in una città desolata, dove l' unico punto di contatto sembra il sesso, quasi sempre causale, che non è qua ancora di salvezza, ma un male forse peggiore, che lascia più vuoti di prima. Tre persone, luoghi vuoti, silenzi, rimandi, incomprensioni; Tsai Ming - liang crea films con il nulla, costruisce storie privandole di tutto, ma alla fine incanta come pochi, forse perchè il suo cinema si avvicina alla vita reale come nessun altro, e le privazioni che mette in mostra sono le privazioni di tutti noi, che ci trasciniamo stancamente in esistenze esauste e prive di emozioni. Leone D' Oro a Venezia, qua da noi solo su Fuori Orario. Il personaggio di Hsiao - Kang comparirà nel successivo film del regista, The River.


3 Comments:

Blogger Christian said...

Anche questo è bellissimo, forse il suo capolavoro... l'ho visto diversi anni fa ma ancora adesso ne ho in mente moltissime immagini, compresa quella finale della protagonista sulla panchina a piangere. Non sapevo che fosse stato fischiato a Venezia... non aveva vinto il Leone d'Oro?

12:41 PM  
Blogger Torakiki said...

Sì, ma il pubblico, evidentemente, non la pensava così! Comunque questo film merita il premio che ha preso, ed è attualissimo ( e indelebile ) ancora adesso.

^_^

Tora

1:45 PM  
Anonymous Anonimo said...

Mi intrufolo con un "fuori tema"...

Ho letto "Trainspotting" di Welsh e per definirlo uso un solo termine: stomachevole.
Dopodiché ho preferito non leggere nessun altro libro di questo autore.

Valeria

7:01 PM  

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