mercoledì, aprile 02, 2008


THE CITY OF VIOLENCE
Di Ryoo Seung - wan - Corea del Sud 2006

Un detective di Seoul torna alla sua cittadina natale per il funerale di un vecchio amico, una volta gangster locale. Scoprirà che non è stato un incidente, ed un altro amico della sua vecchia compagnia pare faccia il doppio gioco...
The City of Violence è un film particolare: per essere un lavoro di commissione sembra aver riscosso in giro pareri più che favorevoli, e molte sono le persone che si sono articolate in elogi alla trama, alle coreografie, alla resa della storia con i suoi soliti giochetti di amicizie tradite e riscatto sociale. Prenderlo ad occhi chiusi ( dopo la precedente esperienza avuta con questo regista: vedi Arahan ) mi è sembrato azzardato, ma le opinioni lette qua e là mi hanno dato coraggio e quindi ho messo mano al portafogli. Un peccato. Soldi spesi, ancora, per nulla. Come si può elogiare una storia con quattro dialoghi in croce, scritti da un incapace che non sa gestire nessuna situazione? Un film formato esclusivamente da raccordi, con personaggi che si trovano sempre al posto giusto nel momento giusto contro qualsiasi logica, che agiscono senza un perchè, che faticano a seguire una storia senza storia. Praticamente 90' di nulla con contorno di coreografie filmate non benissimo, con atleti più attenti ai passi di breack dance che a quelli marziali e un senso dell' azione rovinato da ralenti inutili enfatizzati da effetti sonori pacchiani. Una schifezza gonfia di musiche latineggianti fastidiose e decisamente fuori contesto. Nota a parte merita la versione italiana: doppiata di merda come da copione e con la scritta " in puro stile Tarantiniano " in copertina che già fa intendere l' idea che hanno questi incompetenti del cinema d' azione orientale. Da evitare, decisamente.


5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Non potresti averlo visto con lo spirito sbagliato? E' un'ipotesi eh, la butto lì. Magari no, probabilmente no.
Dal canto mio: figata.

11:09 PM  
Blogger Torakiki said...

Insomma... la storia praticamente non c' è, magari i dialoghi in madrelingua figuravano meno idioti di quelli in italiano.
Sarà che a crescere con Corey Yuen si diventa difficili... ^^

8:13 AM  
Blogger Christian said...

La critica mi sembra un po' esagerata... a me non era dispiaciuto, anche se riconosco che l'unico vero pregio nel film sta nei combattimenti ("ricchi di salti e acrobazie, spettacolari e divertenti ma anche cruenti ed estenuanti", avevo scritto all'epoca). Non ho visto però la versione italiana (o internazionale?) quindi non so se in effetti sono stati cambiati i dialoghi e/o le musiche.

11:06 AM  
Anonymous Anonimo said...

La vedo come il buon Kekkoz,forse va visto con altri occhi, altrimenti sì, potrebbe fare l'effetto che ha fatto a te.

10:06 AM  
Anonymous Anonimo said...

Ciao!
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