martedì, ottobre 17, 2006


GOZU
Di Miike Takashi - Giappone 2003

Uno yakuza deve, per ordine del suo capo, uccidere il suo senpai, a cui è profondamente legato, perchè è diventato pazzo. Durante il viaggio verso Nagoya, Minami, il protagonista, si accorge che Ozaki, il pazzo, è morto improvvisamente. Fermatosi in un bar a schiarirsi le idee, si accorge anche che il cadavere del suo amico è scomparso e lo dovrà trovare, ma il posto dove si è fermato è abitato da personaggi pittosto bizzarri...
Un film a basso budget per l' home video girato in quindici giorni? Takashi prende a piene mani lo script ( di Sato Sakichi, già sceneggiatore di Ichi the Killer ) e accetta la sfida, girando uno dei suoi capitoli più riusciti. Il regista non è nuovo a questo tipo di esperimenti ( si veda anche il magnifico Visitor Q ) e non lesina nell' inserire gli elementi tipici del suo cinema ( pulsione ( omo ) sessuale prorompente, lo straniero in terra straniera ) qua ancora più accentuati e resi quasi grotteschi, grazie ad una sequela di personaggi uno più strano dell' altro. Sembra quasi che il regista giochi a citare quel Lost Highways di Lynchiana memoria, ma siamo oltre; qua si tratta di un viaggio iniziatico e allucinante, dove il protagonista cercherà l' amore per il suo compagno in un villaggio di caricature, all' affannosa ricerca di un' identità sessuale inclassificabile ma desiderata più di ogni altra cosa. Miike provoca, chiede allo spettatore di abbandonare i suoi preconcetti e di esplorare il suo mondo senza criticarlo, sviluppando una sequenza di morte - rinascita - rapporto a tre che lascia basiti e affascinati allo stesso tempo. Un film difficile, provocatorio sia nel suo immergersi in uno spazio onirico e totalmente fuori asse, sia nel finale, dove tutto torna finzione, cinema, normalità. Un capolavoro, quasi, ma non ditelo troppo in giro. Stranamente, disponibile anche in italiano.