EXODUS - TALES FROM THE ENCHANTED KINGDOM
Di Erik Matti - Filippine 2005
Non avrei mai sperato di vedere un film che mi facesse rimpiangere Barbarians e tutta la cricca di films fantasy & tette italiani degli anni belli, come non avrei mai sperato in vita mia di vedere qualcosa che mi ricordasse così sfacciatamente Fantaghirò e il peggio del fantasy televisivo degli anni peggiori. Erik Matti, dopo il deprecabile Pa - Siyam, cambia registro e, con la sfacciataggine di un daltonico che passa con il rosso, firma un film talmente brutto da far rizzare i capelli in testa. Cosa si può dire di una pellicola dalla computer grafica dozzinale, con personaggi meno che bidimensionali, senza storia e svolgimento, con costumi ridicoli e, dopo tutto questo, che ha pure il coraggio di prendersi sul serio? Il protagonista ( un mercenario che si rivela essere lo spirito supremo e, con alleati elementali, distrugge la sua nemesi in perenne affanno per la conquista del mondo ) risolve tutto in men che non si dica, senza sforzo ( nemmeno quello recitativo ) e non senza gonfiare a dismisura i testicoli dello spettatore. Incredibile come si possa proporre un calderone di nefandezze visive come questo e pensare di farla franca, ma Erik fa pure di più, spacciandolo per prodotto per bambini ( oramai avvezzi ad altro, almeno i nostri ) e mettendoci dentro i primi dieci minuti più aberranti che la storia del cinema contemporaneo possa ricordare. Un film di quelli da non finire nemmeno di vedere. In concorso al Far East Film Festival 8 di Udine.
Di Erik Matti - Filippine 2005
Non avrei mai sperato di vedere un film che mi facesse rimpiangere Barbarians e tutta la cricca di films fantasy & tette italiani degli anni belli, come non avrei mai sperato in vita mia di vedere qualcosa che mi ricordasse così sfacciatamente Fantaghirò e il peggio del fantasy televisivo degli anni peggiori. Erik Matti, dopo il deprecabile Pa - Siyam, cambia registro e, con la sfacciataggine di un daltonico che passa con il rosso, firma un film talmente brutto da far rizzare i capelli in testa. Cosa si può dire di una pellicola dalla computer grafica dozzinale, con personaggi meno che bidimensionali, senza storia e svolgimento, con costumi ridicoli e, dopo tutto questo, che ha pure il coraggio di prendersi sul serio? Il protagonista ( un mercenario che si rivela essere lo spirito supremo e, con alleati elementali, distrugge la sua nemesi in perenne affanno per la conquista del mondo ) risolve tutto in men che non si dica, senza sforzo ( nemmeno quello recitativo ) e non senza gonfiare a dismisura i testicoli dello spettatore. Incredibile come si possa proporre un calderone di nefandezze visive come questo e pensare di farla franca, ma Erik fa pure di più, spacciandolo per prodotto per bambini ( oramai avvezzi ad altro, almeno i nostri ) e mettendoci dentro i primi dieci minuti più aberranti che la storia del cinema contemporaneo possa ricordare. Un film di quelli da non finire nemmeno di vedere. In concorso al Far East Film Festival 8 di Udine.
4 Comments:
a sentirne parlare così male da tutti mi vien voglia di vederlo
Comunque sia Eric Matti è stato il regista di cui si è parlato di più all'ultimo Far East :p
Ciaoo Rob
Ma in bene o in male?
Io leggo solo gente che gli tira parolacce... ^_^
beh, dubito che si possa parlare bene, di questo film. comunque tu sei stato impietosissimo (e coraggioso, a beccartelo tutto! BRAVO!
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