mercoledì, giugno 14, 2006


ORGAN
Di Kei Fujiwara - Giappone 1996

Due poliziotti indagano su una banda che commercia organi umani ma, una volta arrivati al loro laboratorio, uno di essi viene catturato mentre l' altro fugge... Radiato dalla polizia, l' ex poliziotto codardo scompare nel nulla e a cercare quello rapito ci si mette il fratello, anch' esso nell' arma. Scoprirà che è stato brutalmente torturato, che su di esso hanno testato una nuova droga e scoprirà poi che a tener le fila della banda sono due fratelli: una donna senza un' occhio e un dottore vittima di una tremenda mutazione...
Il 1996 è stato l' anno che ha segnato la fine di un certo tipo di films in Giappone, pellicole cyberpunk estremamente violente e che facevano del gore estremo il loro punto di forza ( grazie ai films di Sogo, Tsukamoto e Fukui tra gli altri ) ma che vide nascere anche registi come Miike Takashi ( quell' anno presente con Fudoh ) a raccogliere il testimone di un certo tipo di cinema. Fujiwara è stata, con questo film, la perfetta pagina finale di quell' epoca. Organ è un insieme di viscere, mutazioni orribili, amputazioni estreme, penetrazioni in un mare di sangue contornate da una schiera di personaggi tutti malati. Devastante la psicologia dei protagonisti in un film dove nessuno, nemmeno la vittima, ha un briciolo di umanità, prosciugata da una Tokyo asettica e asfissiante dove la violenza sembra essere l' unico modo per sopravvivere. Difficilmente si riuscirà a trovare altrove un' atmosfera malata come nel lavoro della Fujiwara, dove lo spettatore ha di che rimanere senza fiato a causa dell' aria assolutamente malsana che attraversa la pellicola. Underground nella fotografia, maestoso negli effetti speciali, debordanti sangue e ustioni, amputazioni e schizzi, il film scorre, sconcerta, affascina e fa innamorare, complice anche una colonna sonora di un ambient- industriale inquietante e fantastica. Finale cinico come pochi, a corollario di un film disturbante, ipnotico e quasi unico nel suo genere. Consigliato, comunque, agli stomaci forti.