lunedì, agosto 30, 2010


ANGEL TERMINATORS
Di Wai Lit - Hong Kong 1990
Con Sharon Yeung, Kenneth Tsang, Kara Hui, Carrie Ng, Alan Chui, Dick Wei


Sawada ( Tsang ), un boss della malavita, torna ad Hong Kong dopo sette anni di esilio, deciso a riprendersi il potere. Contro di lui, la squadra di polizia capeggiata da Ida ( Yeung ) e la sorella ( Hui ), la stessa che lo costrinse a fuggire anni addietro. A complicare le cose, ci si mette pure il capitano del distretto, indebitato fino al collo, a causa del gioco d' azzardo, proprio con lo stesso Sawada.
Ancora donne e pistole, filone che stiamo seguendo con un certo interesse, ancora brutalità ai massimi livelli, ancora coreografie pazzesche. Angel Terminators ( senza alcun legame con gli altri cento " Agels e qualcosa " di cui la cinematografia di Hong Kong straripa ) è un connubio di tradimenti e sanguinose vendette, di stralci di sceneggiatura ( cambia un' inquadratura, passano sette anni senza alcuna didascalia ), di sequenze d' azione al limite del legale ( basta vedere l' allucinante volo che fa questo cattivone alla fine di questa clip per capire ) e di braccine corte. Al contrario di Angel Enforces qua recensito, la storia punta molto più in alto, con sequenze che guardano all' America più spendacciona ( la lotta tra la polizia e i gangster per sequestrare la droga, l' agguato di quest' ultimi per riprendersela, per dirne due ) senza però raggiungerne non dico le vette, ma almeno la sufficienza. Come credere che il resort cadente e marcio che si vede nella pellicola sia la casa di un ricco e pericoloso boss, che i suoi uomini siano sempre i soliti sei in tutte le sequenze, che i poliziotti girino con i giubbini catarifrangenti da pochi euro? E si potrebbe continuare; basta solo gettare l' occhio ai particolari, per notare che qua si vola più alto di quanto si potrebbe realmente. E' ovvio dove i soldi sono andati a finire: nelle sequenze d' azione. Belle anche se un uso a dir poco smodato dei cavi tolgano loro quella crudezza che, vista la pellicola, gli sarebbe calzata a pennello. Un lavoro dunque " per gli addetti ai lavori " insomma, per quelli che ( come qua ) passano molto tempo cercare titoli come questo, perchè mai sazi di botte e morti a tonnellate. A dir poco ridicole le musiche, sempre fuori tema, e atroce il finale. Con un seguito.



1 Comments:

Anonymous copywriter said...

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